ROMA – L’Onu che fa? Ogni giorno le notizie che arrivano dall’Iran dove regna la dittatura degli ayatollah parlano delle uccisioni durante le proteste di piazza, degli oppositori impiccati, delle donne violentate e seviziate nelle prigioni dagli sgherri del regime perché non rispettano alla lettera il dettato religioso, di una popolazione costretta sempre più a scioperare perché ridotta alla fame dalla cricca di potere, sempre più corrotta e sempre più senza limiti. Ma non c’è solo l’Iran, in tanti paesi del mondo ogni giorno ci sono massacri, violenze, soprusi contro cittadini inermi. Quasi sempre l’Onu interviene in ritardo, quasi sempre l’Onu non risolve nulla, qualsi sempre l’Onu alla fine si mostra pure ‘ostaggio’ di veti incrociati proprio di quei paesi sotto accusa. Oppure complice di massacri, ricordiamo i caschi blu che facevano finta di nulla mentre si consumava la carneficina di Srebrenica; oppure in Ruanda quando scorrevano fiumi di sangue. Eppure l’Onu costa miliardi e miliardi di dollari l’anno, spesi in gran parte solo per farlo funzionare e pagare stipendi, alti, ai dipendenti. Serve ancora l’Onu? Vista l’inutilità riscontrata in tante occasioni porsi la domanda ha un suo perché. Soprattutto adesso, dopo quanto si è venuto a sapere, ciliegina di sangue sulla torta, riguardo la redistribuzione delle cariche interne: la delicata e cruciale presidenza del Forum dell’Onu sui diritti umani che si terrà prossimamente a Ginevra è stata assegnata ad un funzionario del ministero degli Esteri dell’Iran. Non è una bufala purtroppo, la tragedia si è trasformata in farsa: all’Onu hanno dato ai boia l’incarico di parlare in difesa dei diritti umani, magari sventolando il cappio con la mano. Capite che ormai qualcosa è sfuggito di mano, che sono proprio queste decisioni a rafforzare l’idea che di fatto l’Onu serva soltanto a garantire gli interessi di chi ci abita e lavora, a dar ragione a chi lo ritiene ormai inutile, superato, addirittura pericoloso. A meno che qualcuno, la parte più avveduta e responsabile del mondo, non intervenga presto per una radicale riforma. Prima di tutto togliendo potere ai paesi che non rispettano diritti fondamentali, che ammazzano e torturano sotto gli occhi di tutti. E poi, per favore, che si torni indietro sull’ultima assurda decisione, che alla difesa dei diritti umani ci pensi qualcuno che quei diritti difende davvero e non chi li calpesta o impicca nelle piazze.
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