ROMA – “La Federazione Nazionale della Professione Sanitaria di Fisioterapista-FNOFI dichiara la sua assoluta contrarietà all’inserimento di norme del tutto occasionali all’interno di Decreti Legge ed altri testi legislativi. In particolare, quando si parla di salute e di professioni sanitarie, di carenze e criticità di personale occorre rimanere ben saldi ed ancorati alle soluzioni ed agli approcci che il Ministero della Salute e la Conferenza Stato Regioni stanno cercando di approntare per rispondere in modo strutturale e trasparente a scarsità di organico più volte riconosciute”. È quanto dichiara in una nota.
Nello specifico – in riferimento al Decreto Legge 30 marzo 2023, n. 34, Misure urgenti a sostegno delle famiglie e delle imprese per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale, nonché in materia di salute e adempimenti fiscali – la Federazione esprime “la propria totale contrarietà nei confronti di interventi di riapertura degli elenchi speciali ad esaurimento dei massofisioterapisti (come da Decreto 9 agosto 2019), che dovevano essere già chiusi dal 2020 e chiede che al Senato venga stralciato l’art. 15Bis”. FNOFI sottolinea che “utilizzando strumentalmente l’esigenza di misure per fronteggiare la grave carenza di operatori di interesse sanitario, si concede un salvacondotto a chi, in deroga se non in violazione alle norme vigenti, ha voluto proseguire la formazione di queste figure, senza un chiaro inquadramento e mansioni. Del tutto irricevibile è poi il tentativo di chi ha cercato di ampliare la sanatoria a tutte le professioni sanitarie, sovvertendo ogni principio di certezza basato sulla formazione e sulla qualità della prestazione sanitaria”.
In conclusione, FNOFI intende sottolineare che “di fronte al delicato tema della carenza di professionisti sanitari, occorre affrontare seriamente l’ambito della formazione, creando per il nostro Paese e per il SSN un governo consapevole e previsionale dei bisogni professionali, senza produrre pericolose scorciatoie all’ingresso nell’ambito delle professioni sanitarie. Scorciatoie che apparentemente possono rispondere a bisogni impellenti, ma che in realtà conducono unicamente all’abbassamento caotico, demolitorio e indiscriminato della qualità della risposta alle domande di salute dei cittadini”.
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