ROMA – “Quella che dobbiamo fare è un’impresa titanica. In decenni questo Paese ha realizzato 40mila posti letto, noi in pochissimo tempo, entro il 2026, dobbiamo crearne quasi il doppio, altri 60mila e fare in modo che questi reggano la lunga distanza. Ma ci metteremo tutta la forza che abbiamo per riuscirci”. Lo ha detto, a quanto si apprende, il ministro dell’Università e la Ricerca Anna Maria Bernini durante la prima riunione del Tavolo tecnico convocato al Mur con i rappresentanti delle Regioni, dell’Anci, dei rettori (Crui) degli studenti (Cnsu) e gli enti per il diritto allo studio (Andisu).
“Il censimento degli immobili da trasformare in studentati non è un’idea di oggi, non è legato alla protesta degli studenti. Ci stavamo già lavorando a prescindere dalla mobilitazione degli studenti. Il Governo ha iniziato a lavorare sul diritto allo studio fin dalle prime settimane- avrebbe poi aggiunto la ministra- Il problema del caro-affitti esiste, nessuno lo nega. Prima del nostro intervento alcune strutture per gli studenti potevano essere affittate ad altri, volendo anche ai turisti. Con il Pnrr invece abbiamo vincolato da 10 a 25 anni la destinazione d’uso dei posti letto solo agli studenti”.
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BERNINI: “PUBBLICO DA SOLO NON PUÒ FARCELA”
“Ci siamo occupati di housing universitario fin dal nostro insediamento. Questo tema rappresenta il nostro pane quotidiano. Presente e futuro. In questo momento ci troviamo di fronte alla necessità di avere il maggior numero possibile di immobili disponibili da qui al 30 giugno 2026 per creare nuovi posti letto per gli studenti. Mi assumo la responsabilità della scelta riguardo il partenariato pubblico-privato previsto dal PNRR, anche se non è stata fatta da questo Governo. Il pubblico, da solo, non può farcela”, ha spiegato Bernini.
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