ROMA – Le autorità russe hanno deciso di aprire un’inchiesta per terrorismo per far luce sui fatti avvenuti a partire da ieri nella regione di Belgorod, a una trentina di chilometri dal confine con l’Ucraina, quando uomini armati hanno sparato colpi di artiglieria e di mortaio e usato droni armati, ferendo “diverse persone”. Lo riporta l’agenzia russa Tass, aggiungendo che la magistratura russa ha confermato le ipotesi di reato di atto terroristico, attacco alle forze dell’ordine, tentato omicidio, distruzione intenzionale o danneggiamento di beni e detenzione non autorizzata di armi ed esplosivi.Il governatore di Belgorod, Vyacheslav Gladkov, ha riferito anche del bombardamento di diversi villaggi, in cui sarebbero rimaste ferite otto persone.
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A Zamosc in particolare, secondo il governatore sarebbe stata colpita una scuola materna, che avrebbe poi preso fuoco, ma non ci sarebbero state vittime. Stamani Gladkov ha esortato la popolazione a non fare ritorno nelle zone interessate dagli attacchi. Il Cremlino ha accusato dell’offensiva il governo di Kiev, sostenendo che il commando ha “deliberatamente bombardato e aperto il fuoco” contro edifici residenziali e uffici nel distretto meridionale di Grayvoronsky. Se confermato, si tratterebbe del primo attacco in territorio russo da quando è iniziata la guerra in Ucraina quasi un anno e mezzo fa.Il governo ucraino ha respinto tali accuse, sostenendo di non avere nulla a che fare con gli incidenti e ha ipotizzato che dietro all’offensiva – che ha fatto registrare esplosioni anche nella notte scorsa – ci siano combattenti russi che si oppongono al governo del presidente Vladimir Putin.
Gli attacchi a Belgorod sono stati rivendicati da due gruppi di estrema destra, noti come Corpi volontari russi e Legione libertà della Russia, composti da russi dissidenti di stanza in Ucraina, che in passato hanno fatto parte dell’esercito ucraino. I movimenti armati hanno anche diffuso dei video dell’offensiva, di cui tuttavia non è possibile verificare la veridicità. L’estate scorsa, come riportano fonti di stampa concordanti, tali gruppi anti-Putin hanno stretto un’alleanza con un altro movimento nemico del leader russo, l’Esercito repubblicano nazionale, che lo scorso annò rivendicò l’assassinio di Darya Dugina, figlia del filosofo e consigliere politico russo Alexander Dugin.
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