RICCIONE – Esibirsi a Villa Mussolini a Riccione? No, grazie. Ci sono artisti che, a causa del nome del Duce, avrebbero declinato l’invito. E ora Fratelli d’Italia vorrebbe conoscerne nomi e cognomi. È dalle pagine del ‘Resto del Carlino’ che la vicenda viene a galla con le parole del segretario in pectore del Pd, Riziero Santi, durante una riunione di maggioranza: “I funzionari dell’amministrazione ci hanno spiegato che ci sono artisti che hanno preferito non accettare di esibirsi all’interno di Villa Mussolini per il nome che quell’edificio porta con sé”. Aggiungendo, come si legge: “Ci sta. Evidentemente la cosa urta la loro sensibilità e crea problemi. Non mi sorprende vista la situazione nazionale che stiamo vivendo con una profonda polarizzazione a livello politico e conseguenze anche culturali”.
Immediata dunque la reazione del coordinatore di Fratelli d’Italia Stefano Paolini: “Apprendiamo di un rifiuto, se non un ‘disgusto’ da parte di alcuni artisti, invitati ad esibirsi nelle loro performance in questo luogo. Tutto per via del nome e del legame ad un particolare periodo storico. Ebbene ritengo che questo luogo rappresenti la storia di Riccione: è stata sede di mostre memorabili, non ultima quella dedicata a Frida Kahlo, una delle artiste più importanti dell’arte messicana del ventesimo secolo e ancora in corso”. Paolini ricorda poi che Villa Mussolini è stata per anni “sede del celebre Premio Ilaria Alpi, poi Dig, dedicato al giornalismo d’inchiesta. Pertanto riteniamo obsolete certe posizioni che si rifanno a vetusti schieramenti politici e che, tra l’altro, sminuiscono l’arte, che dovrebbe essere una forma libera e fruibile in maniera aperta, senza pseudo pregiudizi”.
Inoltre, continua il coordinatore Fdi, “crediamo che l’amministrazione dovrebbe preoccuparsi, invece di inaugurare botteghe storiche, di salvaguardare la storia di Riccione, evitando che queste prese di posizioni ne snaturino l’entità”. Ciò detto, Paolini ed FdI vorrebbero ora i nomi “di questi artisti, almeno per renderli a conoscenza dell’essenza del luogo iconico in cui rifiutano banalmente di esibirsi per motivi ideologici”.
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