TORINO – Educazione sessuale a tutto tondo per i ragazzi di due scuole superiori di Torino. E’ lo scopo del progetto Gasa (Gruppo affettività sessualità adolescenza) che oggi è stato presentato in commissione comunale da Fondazione Molo. Un progetto che al momento ha coinvolto le scuole tecniche San Carlo e il liceo (di scienze umane e scientifico) Einstein grazie al contributo della Fondazione Compagnia di San Paolo, ma che un giorno Fondazione Molo spera di estendere.
“Secondo quanto riporta l’Oms, l’educazione sessuale in Europa è presente (in almeno un grado di insegnamento) in tutti gli Stati, tranne Italia e Polonia”, ha affermato la segretaria organizzativa di Molo Daniela Trunfio. Per questo la Fondazione Molo è venuta in Consiglio comunale, per sensibilizzare consiglieri e politica sull’importanza di “un’educazione sessuale per una società sana”, sintetizza la presidente della Fondazione. La fondazione è un ente “di ricerca con una branca dedicata alla sessualità”, precisa Trunfio.
L’esperienza con gli studenti dell’Einstein (tre classi coinvolte) si è articolata in quattro moduli, di quattro ore ciascuno, sui temi di: educazione sessuale e affettiva, rispetto e valorizzazione delle differenze, bullismo e cyberbullismo, violenza di genere. La parte di insegnamento è stata preceduta da tre incontri di due ore ciascuno con genitori, insegnanti e ragazzi, per instaurare un clima di fiducia e anticipare ai ragazzi i temi dei diversi moduli.
Positiva la reazione dei consiglieri, sia di maggioranza che di opposizione, che hanno però insistito sulla necessità che l’educazione sessuali arrivi anche alle medie e agli ultimi anni delle elementari. Trunfio ha risposto: “Il modello per il liceo consente di avere un approccio a tutto tondo, mentre per elementari e medie serve un progetto apposito”, meno pesante dal punto di vista dei contenuti. “La vera novità è che questo (insegnamento) è curricolare, non extra-curricolare come al solito”, ha plaudito la consigliera dei Moderati Ivana Garione.
La consigliera di Sinistra ecologista Sara Diena, classe 2000, ha citato “Sex Education, una serie che qualsiasi quindicenne negli ultimi anni ha visto. E’ assurdo pensare che i ragazzi sviluppino educazione sessuale dalla televisione e non a scuola”.
Come spiega alla ‘Dire’ Trunfio, il prossimo step è cercare di coinvolgere maggiormente i docenti. Questo anche per rendere sostenibile economicamente il progetto in futuro, così da estenderne l’applicazione: si punta a “sostituire gli esperti in presenza con i docenti, istruendoli sui temi da trattare in classe”, così da “sostituire la parte in presenza degli esperti, che costa molto”. Gli esperti prepareranno la documentazione, che sarà via via aggiornata: “Così il docente potrà diventare il tutor”, sostiene Trunfio.Ora la Fondazione sta cercando di intercettare i propri interlocutori istituzionali, che sono l’Asl e l’Ufficio scolastico regionale. In questo senso, punta a organizzare un incontro con gli assessorati di riferimento che in Regione Piemonte sono quello alla Sanità guidato da Luigi Icardi, e quello all’Istruzione la cui delega è in mano a Elena Chiorino.
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