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Costa Concordia, il punto sul recupero

NewsCosta Concordia, il punto sul recupero

Ore 12- La Costa Concordia si è staccata dallo scoglio dell’isola del Giglio verso mezzogiorno, anche se le operazioni sono cominciate con un po’ di ritardo rispetto alla tabella di marcia. Il ritardo, a detta del capo della Protezione Civile Franco Gabrielli, è stato causato dal forte temporale che nella notte si è abbattuto sull’isola, impedendo ai tecnici di ultimare gli interventi preliminari al recupero, operazione provata per la prima volta nella storia. Nonostante ciò, tutto è andato per il verso giusto, e dopo due ore un metro della nave era fuori dall’acqua. Secondo il responsabile del progetto, Sergio Girotto, il processo dovrebbe essere ultimato in 10-12 ore, anche se le condizioni del relitto potrebbero dare filo da torcere; non bisogna inoltre dimenticare l’aspetto ambientale della faccenda: la fuoriuscita di liquidi dall’interno della nave, una volta liberata dagli scogli, potrebbe rallentare la rotazione. Al momento comunque, stando ai dati ufficiali, non risultano problemi di questo tipo, così come non sono stati rilevati gas nell’atmosfera. Intanto il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando afferma che ci sono tutte le condizioni per chiedere i danni a Costa Crociere.
ore 12:40 – Viene rilevata una ”significativa deformazione” nella fiancata sommersa, come rivelato da dice Franco Gabrielli e confermato da Sergio Girotto, che però potranno essere valutate solo quando la nave sarà raddrizzata.
ore 12:45 – «Al momento non ci sono indicazioni che i cadaveri si possano trovare tra l’intercapedine fra lo scoglio e lo scafo. Ma è ancora troppo presto» ha dichiarato Gabrielli.
ore 12:57 – «Al momento del distacco dalla roccia la rotazione della Concordia era stata di circa tre gradi» ha detto Girotto, riferendosi all’andamento dei lavori di raddrizzamento della Concordia. «La parte emersa è di qualche metro, ma questa indicazione deve tener conto anche della deformazione dello scafo. La rotazione è iniziata nel momento in cui è stata imposta ai cavi di trazione una forza di 6mila tonnellate. Il carico è stato applicato con cicli di carico e scarico, per facilitare il distacco del relitto dal fondo. Fin da subito abbiamo registrato una rotazione di 1,5-2 gradi, ma la Concordia non si staccava dal fondo. Il distacco è quindi avvenuto con 6 mila tonnellate. Raggiunto un certo picco, che i tecnici stimano attorno a 20 gradi di rotazione, il prosieguo dell’intera operazione avverrà con una costante diminuzione del carico. Quando questo avverrà avremo delle previsioni più corrette sulla durata del parbuckling (nome tecnico dell’operazione)».
ore 13:00 – «Al momento non ci sono elementi di criticità dal punto di vista ambientale», ha detto Maria Sargentini, presidente dell’Osservatorio di monitoraggio ambientale, durante la conferenza stampa sui lavori di rotazione della Concordia.
ore 13:10 – La squadra di Arezzo del NBCR si è sistemata all’imbocco del porto per monitorare la rotazione della nave, su richiesta di Gabrielli, affinché fosse presente in caso di fuoriuscite di materiali inquinanti.
Come funziona il recupero – Si articolerà in più parti: quella che sta avvenendo ora si chiama parbuckling e dovrebbe durare tra le 12 e le 24 ore, ma potrebbe richiedere anche doversi giorni, essendo la più delicata: è necessario infatti compensare al meglio le forze per far ruotare il relitto senza deformare lo scafo. La rotazione avviene grazie a martinetti idraulici che tendono cavi d’acciaio fissati alla sommità di nove cassoni di galleggiamento, fissati alla sinistra dello scafo, e alle piattaforme sulle quali andrà a poggiare il relitto dopo il suo raddrizzamento. È stato poi creato un falso fondale, fatto di sacchi riempiti di una speciale malta cementizia, su cui poggerà la Concordia, per riempire il vuoto tra i due speroni di roccia su cui è poggiata la nave. Su questo fondale sono state poi installate sei piattaforme per inserire i piloni nel fondale. Quando la nave sarà in verticale, la Concordia poggerà sul falso fondale. Poi inizierà la fase successiva: l’installazione a dritta di altri quindici cassoni di galleggiamento, che insieme agli altri nove, per mezzo di un sistema pneumatico verranno progressivamente svuotati dall’acqua e forniranno la spinta necessaria a far rigalleggiare la Concordia. Terminata l’operazione, la parte che rimarrà sommersa sarà di circa 18 metri.

Giuseppe Grasso

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