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Cina-Francia negoziano in vista della visita di Macron a Pechino

Ruolo centrale di Wang Yi nei rapporti con i paesi dell’Europa

Roma, 17 gen. (askanews) – Cina e Francia stanno costruendo le condizioni della prossima visita a Pechino del presidente francese Emmanuel Macron. E protagonista delle trattative è l’ex ministro degli Esteri Wang Yi, dalla sua nuova posizione di membro del Politburo del Partito comunista cinese e capo della Commissione affari esteri del Comitato centrale. Oggi, in un comunicato, si è appreso di una telefonata che ha avuto luogo ieri con Emmanuel Bonne, consigliere diplomatico di Macron, per definire i termini della visita.

I due hanno definito – secondo un comunicato ripreso dal South China Morning Post – “un’importante agenda bilaterale” per la visita di Macron. “L’attuale situazione mondiale è piena di turbolenze e cambiamento, e un sano e stabile sviluppo delle relazioni sino-francesi ha un significato speciale”, ha commentato Wang, che è stato per un decennio ministro degli Esteri. “Come membri permanenti del Consiglio di sicurezza Onu e grandi paersi indipendenti, Cina e Francia devono rafforzare la comunicazione strategica a svolgere un ruolo importante per affrontare il caos e i cambiamenti globali”, ha continuato, evocando la possibilità di “nuove prospettive per il partenariato strategico tra Cina e Francia”.

Non è ancora stata fornita una data per la visita di Macron, che è stata evocata nell’incontro avvenuto quest’anno in Indonesia, a margine del G20 di Bali, tra l’inquilino dell’Eliseo e il presidente cinese Xi Jinping. Si sa che avverrà nella prima parte dell’anno.

Macron, come il cancelliere tedesco Olaf Scolz e l’allora presidente del consiglio italiano Mario Draghi, è uno dei leader europei invitati a visitare la Cina dopo il XX COngresso del Pcc. Scholz ha già effettuato a novembre il suo viaggio. In quell’occasione Macron, per mostrare a Pechino una posizine unitaria nell’Unione europea, aveva proposto a Scholz di recarsi assieme in Cina. Il capo del governo di Berlino, però, aveva declinato l’invito. Il motivo dello scontro tra le due capitali europee, poi parzialmente rientrato, sono le critiche che Macron ha fatto nei confronti dell’accordo sino-tedesco che ha consentito al gigante cinese della logistica Cosco di entrare nell’azionariato dello strategico porto di Amburgo.

Questa posizione francese, assieme alle affermazioni di Macron durante la visita a Washington di dicembre di voler “coordinare” le politiche con gli Stati uniti rispetto alle “sfide della Cina” sul fronte di Taiwan e del rispetto dei diritti umani a Hong Kong e in Xinjiang, ha creato tensione anche tra Parigi e Pechino.

D’altronde, Macron come Scholz è un fautore di una linea rispetto alla guerra ucraina che punta a coinvolgere la Cina in uno sforzo per contribuire alla fine del conflitto, avendo in questo una dissonanza con le posizioni americane. E il tema dell’Ucraina sarà certamente uno di quelli che il presidente francese porrà sul tavolo nel suo vertice con Xi.

Wang in questa partita sta avendo un ruolo diplomatico significativo. Non a caso – a quanto ha appreso da diverse fonti Politico – sarà lui a febbraio a prendere parte alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera. E con l’occasione si recherà anche presso il quartier generale dell’Unione europea a Bruxelles, diventando il dirigente cinese di più alto livello in visita in Europa dalla riapertura dei confini e dopo il XX Congresso del Pcc che ha assegnato a Xi il terzo mandato da leader e ha promosso lo stesso Wang nel Politburo.

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