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Roma, 21 nov. (askanews) – Oltre tre quarti dei fondi stranieri investiti nel mercato azionario cinese nei primi sette mesi dell’anni sono defluiti via. Lo riferisce oggi il Financial Times, segnalando che gli investitori globali hanno fatto uscire oltre 25 miliardi di dollari nonostante i tentativi delle autorità di Pechino di ristabilire la fiducia nella seconda economia mondiale.

Le vendite consistenti degli ultimi mesi portano l’incidenza degli investitori offshore al livello più basso dal 2015 nell’ambito del primo anno del programma Stock Connect che lega le piazze cinesi con Hong Kong.

Gli investitori offshore nei primi mesi, puntando sul rimbalzo post-Covid e sull’abbandono della politica Zero Covid, hanno investito a un livello record sui mercati cinesi. Ma negli ultimi mesi hanno lasciato le loro posizioni, in particolare preoccupati dalla crisi di liquidità e dai dati della crescita deludenti.

Secondo un calcolo di FT, l’inflow di fondi esteri sulle piazze cinesi, dopo aver toccato il picco di 235 miliardi di yuan (32,6 miliardi di dollari) all’inizio di agosto, è sceso del 77% ad appena 54,7 miliardi di yuan (7,6 miliardi di dollari). Questo ha portato l’indice CSI 300 – che raggruppa le piazze di Shanghai e Shenzhen – a perdere l’11% in termini di dollari quest’anno, mentre quelle di Giappone, Sudcorea e India crescevano tra l’8 e il 10%.