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Caso De Girolamo, il M5S propone la sfiducia. Boccia: si difenderà, poi chi sbaglia paga

NewsCaso De Girolamo, il M5S propone la sfiducia. Boccia: si difenderà, poi chi sbaglia paga

Il M5S presenterà nelle prossime ore alla Camera una mozione di sfiducia individuale nei confronti del ministro Nunzia De Girolamo. Lo annuncia il capogruppo a Montecitorio, Federico D’Incà, a seguito dei fatti che hanno coinvolto il ministro delle politiche agricole, intercettata nel 2012 e accusata di aver pilotato appalti per la sanità a Benevento, nonché di aver favorito persone di sua conoscenza nell’aggiudicarsi cariche dirigenziali nelle Asl. Il ministro non è attualmente indagato per queste vicende, ma come c’era da aspettarsi si è subito sollevato un polverone. E non si è fatta attendere nemmeno la replica del ministro: «Ho dato mandato agli avvocati di predisporre un esposto in relazione alla captazione illecita di conversazioni registrate abusivamente in un colloquio al quale partecipava la sottoscritta, allora deputato della Repubblica Italiana, nonché alla loro divulgazione attraverso i mezzi di informazione», ha dichiarato la De Girolamo.

Intanto nell’udienza al Riesame sulla richiesta di revoca dell’obbligo di dimora di Felice Pisapia, direttore amministrativo dell’Asl Benevento e coinvolto nei fatti, sono stati depositati nuovi atti sia dal pm, sia dal legale dell’indagato, tra cui trascrizioni di conversazioni registrate di nascosto da Pisapia durante colloqui con la De Girolamo.
E mentre i suoi alleati politici si schierano al suo fianco («Sono certo che saprà spiegarsi, ha detto il vicepremier Alfano»), sono arrivate anche le dichiarazioni del marito del ministro, il parlamentare del Pd Francesco Boccia: «Chi sbaglia paga sempre nella vita. Ma chi sbaglia io lo faccio decidere alla magistratura, non lo decido io. Personalmente appartengo a quella scuola antica molto rigorosa, rigorosa con tutti, con chi è accanto e con chi è di fronte.  Dell’etica e della responsabilità ho fatto la mia ragione di vita. Sull’etica della responsabilità invito tutti, nel nostro mondo, a farsi un esame serio di coscienza. Sono state chieste le dimissioni per mia moglie? Loro hanno il loro diritto, perché questa è la politica, sono le regole della politica. Li comprendo, li capisco, è successo molte altre volte. Ci sarà un dibattito e il ministro si difenderà da sola, è in grado di farlo. Rispetto massimo, come sempre, per la magistratura. Mia moglie non è indagata e sono certo della sua correttezza. Poi ciascuno risponderà ai magistrati di ciò che ha fatto e detto».

 

Giuseppe Grasso

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