ROMA – “Non so come facciano certe persone a trovare il coraggio di strumentalizzare anche le tragedie più orribili pur di attaccare il governo. Ora la nuova bizzarra tesi sostenuta da Lilli Gruber nella sua trasmissione di ieri sera è che io sarei espressione di una cultura patriarcale. Come chiaramente si evince da questa foto che ritrae ben quattro generazioni di ‘cultura patriarcale’ della mia famiglia. Davvero senza parole”. Così, Giorgia Meloni sui Facebook, con tanto di foto, ha replicato alle parole della conduttrice, che ieri su La7 ha definito quella di destra una cultura patriarcale.
Nel corso della sua trasmissione ‘Otto e Mezzo’, andata in onda ieri sera, Lilli Gruber ha intervistato la scrittrice Carlotta Vagnoli sul caso Cecchettin. “Abbiamo per la prima volta una donna presidente del Consiglio, che però ci tiene a essere chiamata il presidente del Consiglio. Un mistero della fede per me, ma sarà anche questo una cultura di destra patriarcale…”, ha detto Gruber, scatenando la polemica all’interno della maggiornaza e a cui ha risposto la premier.
“Da donna e da mamma, vorrei rivolgermi a Lilli Gruber per segnalarle che è violenza anche un certo modo di fare giornalismo. È violenza attaccare altre donne per partito preso, utilizzare la comunicazione a mezzo tv senza obiettività, reiterare comportamenti irrispettosi e pretestuosi. È violenza non aver alcun rispetto per la famiglia del presidente Giorgia Meloni. Nel corso della trasmissione di ieri sera di ‘Otto e mezzo’, Lilli Gruber ha offeso tante persone e non ha certo reso omaggio alla povera Giulia. Ricordo che la libertà personale finisce dove comincia quella del prossimo: la cultura del rispetto parte da questo principio. Al presidente Meloni e alla sua famiglia va la mia solidarietà”, ha dichiarato la senatrice di Fratelli d’Italia Domenica Spinelli.
L’articolo Caso Cecchettin, Meloni contro le parole di Gruber: “Pur di attaccare il governo si strumentalizzano anche le tragedie” proviene da Agenzia Dire.
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