Non si arresta la corsa dell’oro, che oggi a New York ha toccato il record storico di 1.300 dollari all’oncia. Appena due giorni fa il metallo prezioso aveva segnato il massimo di tutti i tempi a 1.298 dollari.
L’oro si avvia quindi a chiudere l’anno in rialzo per la decima volta consecutiva, segnando la striscia positiva più lunga dal 1920. All’origine di questa ascesa il desiderio dei risparmiatori di investire in beni rifugio, ma anche l’indebolimento registrato in questi giorni dal biglietto verde, sceso a quota 1,33 per un euro,valore minimo da cinque mesi a questa parte.
«Il livello di 1.300 dollari per oncia rappresenta una pietra miliare e non mi sorprenderei di vedere le quotazioni rallentare un po’ dopo questa soglia», avverte Ira Epstein
della Linn Group. Nel frattempo volano i prezzi anche a Londra, dove si è appena segnato un picco di 1.297,50 dollari.
Ma la crescita più alta fra i metalli preziosi non è quella dell’oro, bensì dell’argento, che in mattinata ha toccato i 21,38 dollari per un’oncia, il prezzo più alto dal 1980. Il tutto in una seduta che nuovamente è caratterizzata da una dinamica debole delle Borse, e da fluttuazioni del dollaro sul mercato dei cambi dopo che il Giappone è tornato ad intervenire per contrastare la forza dello yen. Il dollaro è la valuta con cui si scambiano tutte le materie prime e le sue fluttuazioni tendono a innescare reazioni speculari sui corsi di tutte le commodities.