Approvato il bilancio, o si riprende stabilmente l’interlocuzione con le parti sociali e si pongono le basi per un dialogo costante che punti allo sviluppo oppure la Cisl Campania andrà alla mobilitazione generale.
«La Regione Campania aveva impostato un metodo di confronto costante che poi è venuto meno, con effetti che sono visibili anche nel bilancio – ha dichiarato Lina Lucci – leader della Cisl regionale.
Sulla sanità a fronte del senso di responsabilità dei rappresentanti dei lavoratori, manca da troppo tempo un confronto che punti a superare il monitoraggio meramente contabile per entrare nel merito della composizione della spesa e ridurre gli sprechi. Intanto chi riveste ruoli dirigenziali nel settore e ha contributo fortemente al disastro economico e finanziario (la sanità pesa per il 65% sul bilancio regionale) resta al proprio posto, nonostante sia possibile – da contratto collettivo per i dirigenti – revocare l’incarico.
Sullo sviluppo – ha continuato Lucci – in otto mesi non è mai stato convocato un tavolo. Sono state gestite le singole vertenze, ora serve uno scatto per provvedere alla programmazione e scegliere come investire l’1,3 miliardi di euro di fondi europei entro il 31 dicembre. Il Cipe impone che entro il 30 maggio la Campania provveda a individuare nei programmi operativi gli obiettivi di spesa giuridicamente vincolati, scelta strategica che obbliga ad attivarsi rapidamente.
Se a questo aggiungiamo che a Roma, nel frattempo, continuano a essere approntate norme che privilegiano il Nord senza che la politica della Campania e del Sud batta ciglio, è evidente che siamo di fronte a un tornante delicatissimo per il territorio e che se non si interviene presto e bene la conflittualità e la tensione sociale si manifesteranno in maniera molto forte.
La Regione Campania recuperi il dialogo con le parti sociali, dia rapidamente corso alla convocazione di un Tavolo per lo Sviluppo con le Autorità di Gestione e pianifichi settori e strumenti atti a superare la condizione di sostanziale stallo attuale, altrimenti – ha concluso Lucci – sarà inevitabile per la Cisl avviare una stagione di mobilitazione generale».