Cezar Peluso, presidente del Supremo Tribunale Federale (Stf) brasiliano ha disposto la riapertura del fascicolo sull’estradizione di Cesare Battisti. Un atto procedurale dovuto, dopo il ricorso presentato dal governo italiano contro la richiesta dei legali dell’ex terrorista rosso di ottenere l’immediata scarcerazione dopo la mancata estradizione per decisione dell’ex presidente Lula. La decisione del Tribunale arriva mentre in Italia si svolgevano mobilitazioni davanti alle sedi diplomatiche brasiliane.
Sit-in e proteste bipartisan sono state organizzate davanti all’ambasciata brasiliana a Roma e alle sedi consolari in Italia contro la decisione dell’ex presidente Lula, che si è rifiutato di consegnare l’ex terrorista dei Proletari armati per il comunismo (Pac), condannato in Italia all’ergastolo per quattro omicidi. In mattinata si è svolto un incontro tra il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e Alberto Torregiani, figlio di Pierluigi, il gioielliere che fu una delle vittime di Battisti. “Mi sono radicato nell’idea che Battisti ha rivestito di ideologia politica una sua realtà di criminale vero – ha dichiarato il premier al termine del colloquio – Questa vicenda non riguarda i buoni rapporti che abbiamo con il Brasile ma un caso di giustizia per cui i nostri rapporti con quel Paese non cambieranno a causa di questa situazione”. E si torna a parlare di un possibile ruolo di Carla Bruni, sempre smentito dalla première dame francese. Un testimone a Sky Tg24 dice che la stessa Bruni gli disse di aver telefonato a Lula intercedendo per Battisti. La procedura giudiziaria. Fino al 31 gennaio, quando finisce la pausa estiva del Supremo Tribunal Federal, su Cesare Battisti non verrà presa alcuna decisione da parte della stessa Alta Corte brasiliana: lo ha reso noto il relatore del caso presso il Tribunale Supremo, Gilmar Mendes, nelle cui mani è ora la pratica Battisti. Fino a quel momento, dunque, Battisti dovrebbe rimanere in carcere in Brasile.
L’incontro Berlusconi-Torregiani. Dopo aver incontrato Torregiani, Berlusconi ha commentato: “Ad Alberto Torregiani ho formulato la mia solidarietà non solo per la perdita del padre ma anche per la sua infermità che lo accompagna da tutta la vita. Battisti gli ha sconvolto la vita, lui che undicenne, come mi ha raccontato proprio ora, aspirava ad entrare nelle formazioni giovanili del Milan”. E ha proseguito: “Per questo speravamo di ottenere dal Brasile una decisione diversa non tanto per un senso di vendetta ma di giustizia”. Una vendetta che neppure Torregiani cerca: “Non ho nulla contro il popolo brasiliano, ma contro chi ha distorto la verità. Nessuna vendetta quindi – ha aggiunto – ma solo giustizia”. Torregiani ha ringraziato il premier per questo incontro, anche a nome delle famiglie delle altre vittime. E davanti all’ambasciata del Brasile ha aggiunto: “Berlusconi mi ha promesso maggiore fermezza e determinazione e se ce ne sarà il bisogno, useremo il pugno duro”.
Il caso Carla Bruni. La première dame francese Carla Bruni si sarebbe spesa personalmente con il presidente brasiliano Lula per evitare che Cesare Battisti fosse estradato in Italia. E’ l’associazione ‘Domus civitas – vittime del terrorismo e mafia’ a tirare in ballo di nuovo il ruolo ufficioso che avrebbe giocato nella vicenda la signora Sarkozy. La denuncia arriva nel corso di una trasmissione di Sky Tg24 per bocca di Bruno Berardi, presidente dell’associazione e figlio del maresciallo di polizia Rosario, ucciso dalle Br nel 1978. A “confessare” a Berardi il suo ruolo nella vicenda, a suo dire, sarebbe stata la stessa signora Bruni-Sarkozy durante un incontro tra i due all’Eliseo per il caso di Marina Petrella, l’ex brigatista condannata all’ergastolo in Italia e “graziata” in Francia per “motivi umanitari” anche grazie all’intercessione della première dame: in quell’occasione, è il racconto di Berardi, la Bruni “mi disse di aver telefonato a Lula affinché non estradassero Battisti chiedendoglielo come favore personale e mi pregò di non dire nulla di quel colloquio tre lei, me e il segretario del presidente Sarkozy. Io non l’ho mai riferito a nessuno ma arrivati a questo punto che tutte le speranze sono perse…”. Ma se a favore della Petrella fece dichiarazioni pubbliche, Carla Bruni ha sempre smentito un suo coinvolgimento nella vicenda Battisti. Cosa di cui ha dovuto prendere atto il ministro della Difesa Ignazio La Russa: “Se Carla Bruni fosse effettivamente intervenuta presso Lula in favore di Battisti non avrei alcun riguardo a censurarla fortemente”, ha spiegato La Russa, “ma finora lei ha sempre negato e io non ho motivo per pensare che abbia mentito”.