Indagine su comportamenti alimentari infantili durante e dopo pandemia
Roma, 13 gen. (askanews) – Coinvolgere i figli più piccoli nella
preparazione dei pasti in modo giocoso li convince a consumare
più frutta e verdura, limitando forme estreme di neofobia
alimentare (ossia il rifiuto selettivo di taluni alimenti). Sono
i risultati emersi dall`indagine svolta da un team di ricercatori
del CREA Alimenti e Nutrizione, su un campione di 99 bambini in
età scolare della regione Lazio, ma rappresentativo anche a
livello nazionale, per esaminare i cambiamenti delle loro
abitudini nutrizionali nel corso e nel post pandemia da Covid-19
e l`eventuale impatto sui fenomeni di ripudio di cibi specifici.
Durante la pandemia, la convivenza forzata determinata dal
lockdown ha prodotto l`aumento del numero dei pasti consumati in
famiglia. Inoltre, nel periodo di convivenza forzata la
condivisione dei pasti si è associata alla scelta di verdure e
legumi: circa il 95% dei bambini che ha consumato maggiormente
questi alimenti, infatti, aveva effettuato entrambi i pasti
principali nel nucleo familiare e nel 35% dei casi è risultato
che ne mangiavano di più rispetto a quanto accadeva nel periodo
pre-pandemico. á
Un campione di 99 bambini tra i 6 e gli 11 anni ha preso parte
a una valutazione retrospettiva effettuata con un questionario
autosomministrato. Sono state studiate le abitudini alimentari, i
livelli di attività fisica e gli indicatori dello stile di vita
sia pre che post pandemia. Inoltre, è stata valutata la neofobia
alimentare del bambino utilizzando la “Scala della neofobia
alimentare (CFNS)”.
I risultati, pubblicati nel numero di dicembre della rivista
scientifica internazionale “Frontiers in Nutrition”, hanno
mostrato che, per gran parte del campione (97%), il rifiuto
selettivo del cibo non è cambiato durante il periodo della
pandemia. Circa il 70% dei partecipanti non ha mutato le proprie
abitudini alimentari, con alcune eccezioni che hanno riguardato
alcuni sottogruppi che hanno riportato un aumento del consumo di
frutta (22,2%), verdura (19,2%) e legumi (21,2%).
Com`era prevedibile, a causa delle misure restrittive, è stato
rilevante l’impatto della pandemia sulla sedentarietà, che è
passata dal 25,3 al 70,7%. La neofobia non è stata associata allo
stato ponderale (p-value 0,5). Tuttavia, nei bambini normopeso è
stata riscontrata una più alta prevalenza di neofobia di livello
intermedio (78,4%). È stato interessante notare come durante
l`isolamento sociale, il 39,4% dei bambini studiati siano stati
coinvolti nella preparazione dei pasti e come sia aumentata la
percentuale che ha condiviso tutti i pasti con la famiglia (32,3% vs. 78,8%).
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