Ci saranno morti finchè si parte sui barconi
Roma, 15 mar. (askanews) – “La nostra coscienza è a posto, spero che chi attacca governo e non dice una parola sulla mafia degli scafisti possa dire lo stesso”. Lo ha detto la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, rispondendo al deputato Riccardo Magi di +Europa durante il question time alla Camera.
“Mi colpisce che per fini politici venga messo in discussione l’operato di chi ogni giorno rischia la vita” per i salvataggi in mare “e venga calunniata l’Italia intera che da sola affronta questo dramma, offrendo strumenti a chi vuol scaricare tutto il peso su di noi”, ha aggiunto.
“Finchè ci saranno partenze su barche in pessime condizioni e a volte in pessime condizioni meteo ci saranno perdite di vita. Dobbiamo prevenire i trafficanti e investire sulle rotte legali. E’ quello che dice il comandante della Guardia Costiera Gianluca D’Agostino ed è quello il lavoro che sta facendo”, ha detto ancora Meloni.
La premier ha spiegato che nel caso del naufragio del barcone di migranti davanti alla Libia “tutte le norme sono state applicate”. “Poichè – ha chiarito – mi è chiara la ragione per la quale il governo è chiamato in causa, io vorrei rispondere con le parole di Gianluca D’Agostino, capo della centrale operativa della Guardia costiera confidando nel fatto che tutti abbiano rispetto per il lavoro di questi servitori dello Stato. D’Agostino dice: dal punto di vista tecnico si può entrare in acque Sar libiche ma è l’autorità competente che deve operare, in questo caso la Libia. Quando abbiamo capito che non sarebbe intervenuta abbiamo assunto il coordiamento anche se sarebbe toccato a Malta. Le nostre unità Sar non potevano partire perchè non avevano autonomia sufficiente per andare e tornare in sicurezza e le altre sarebbero sopraggiunte in 20 ore ma erano impegnate in altri soccorsi. L’unità militare più vicina era a 255 miglia e impegnata in attività operativa per questo è stato chiesto aiuto alle navi mercantili, che sono state utilizzate in centinaia di casi salvando oltre 100 mila persone. D’Agostino dice che ‘tutte le norme sono state applicate, quelle che c’erano oggi c’erano anche ieri anche perchè nessuno mi può costringere a non salvare vite in mare neanche un ministro perchè la responsabilità giuridica sarebbe mia”.
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