Discount e mdd antidoto al caro prezzi. Distribuzione organizzata dinamica
Milano, 16 mar. (askanews) – L’inflazione spinge nel 2022 le vendite nella grande distribuzione italiana ma si registra una erosione dei margini. In questo quadro segnato dal caro prezzi il discount e la marca privata del distributore diventano la via d’uscita per il consumatore. E’ questa la prima fotografia che emerge leggendo la nuova edizione dell’Osservatorio sulla Gdo italiana e internazionale e a prevalenza alimentare dell’Area studi Mediobanca. L’osservatorio aggrega i dati economici e finanziari di 130 aziende nazionali e 31 maggiori player internazionali per il periodo 2017-2021; per l’Italia la copertura è stimata pari al 97,6% del mercato.
I dati preliminari dei grandi retailer internazionali quotati indicano vendite nel 2022 in aumento del 7,8% ma con un calo dei margini industriali del 6,2%. Per la Gdo italiana è attesa invece una crescita delle vendite nel 2022 del 6,7% con l’Ebit margin in calo all’1,4% dal 2,4% del 2021, si legge nella nota. L’inflazione minaccia la tenuta della domanda, in calo del 6% a gennaio 2023, erodendo il potere di acquisto dei consumatori nonostante per il 2023 si preveda un ulteriore incremento delle vendite del 2,8%.
La ricerca di maggiori opportunità di risparmio da parte dei consumatori spinge, in particolare, i prodotti a marchio del distributore (Mdd) che raggiungono nel 2022 vendite pari a 12,8 miliardi (+9,4% sul 2021) e il canale dei discount proiettati oltre il 22% del mercato (17,4% nel 2017). In calo la pressione promozionale, dal 28,3% del 2019 al 22,4% di settembre 2022 quale primo argine di difesa della Gdo all’incertezza sui costi e ai problemi di approvvigionamento. Prosegue la crescita del canale on-line (+10,5% sul 2021) ma comunque fermo intorno al 3% del fatturato complessivo.
La concentrazione del mercato italiano è stabile: la market share dei primi cinque retailer è pari al 57,1%, restando al di sopra di quella della Spagna (49,8%), ma lontana da Paesi Bassi (80,1%) Francia (78,4%), Gran Bretagna (75,4%) e Germania (75%). L’osservatorio, tuttavia, segnala un forte dinamismo nella Distribuzione organizzata: il relativo peso è passato dal 33,3% del 2017 al 37,9% nel 2021. Nel periodo 2018-2021, 14 operatori indipendenti sono entrati nel perimetro della Distribuzione organizzata, altri cinque si sono spostati all’interno del segmento. VéGé è l’operatore che ha attratto il maggior numero di nuovi associati (nove), D.IT ha associato tre società, due nuovi ingressi per Selex e Crai e uno ciascuno per C3, Agorà e Despar.
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