Roma, 14 mar. (askanews) – Istituire le zone franche montane e abolire il limite numerico minimo di alunni per la formazioni di classe nei comuni montani. Sono gli obiettivi di due proposte di legge presentate oggi alla Camera dai deputati di Fratelli d’Italia, Chiara La Porta e Alessandro Amorese assieme al capogruppo di FdI a Montecitorio, Tommaso Foti.

“Il tema delle aree interne e delle zone di montagna, sta particolarmente a cuore a Fratelli d’Italia, perché investe una problematica notevole per il nostro Paese che ha 7.980 comuni e più della metà sono comuni montani, ma con una densità media per Kmq di 1/3 se non di 1/4 rispetto alla media nazionale. C’è poi una situazione sotto il profilo demografico preoccupante ecco perché servono interventi urgenti”, ha detto Foti.

“Nei confronti delle aree interne e delle zone di montagna occorre cambiare paradigma, come ha sottolineato la premier Giorgia Meloni nel suo discorso di insediamento”, ha proseguito Amorese primo firmatario della proposta di legge sull’abolizione del limite al numero minimo di studenti per formare classi della scuola primaria e secondaria nei comuni montani, nelle piccole isole e nelle aree geografiche abitate da minoranze linguistiche. “La Pdl punta a modificare il decreto n. 81 del 20 marzo 2009, in particolare dove stabilisce che non possono essere formate classi con un numero di alunni inferiori a dieci”, ha specificato Amorese.

“La nostra idee di scuola in quei comuni è molto più ampia e punta ad evitare lo sradicamento e lo spopolamento dei quei territori montani. Penso a scuole che devono essere integrate nel tessuto locale, contribuendo a valorizzare l’identità di quei territori, gli antichi mestieri, l’artiginato, il turismo. E penso anche all’integrazione con i tanti distretti imprenditoriali delle zone”, ha aggiunto.

Con la secondo proposta di legge che mira ad istituire delle zone franche montane “vogliamo riempire un gap che si è creato perché chi abita in questi comuni paga le stesse tasse che pagano i cittadini che vivono in città. Ma nei piccoli comuni e nelle zone montane spesso mancano le scuole, gli ospedali, i medici di famiglia e altri tipi di servizi che si trovano solo in città. Per non parlare delle strade che spesso sono delle mulattiere”, ha spiegato La Porta.

“Servono dunque interventi strutturali e continuativi che diano agevolazioni fiscali a chi decide di rimanere su questi territori e a chi decide di fare impresa o investire”, ha aggiunto La Porta. “Abbiamo previsto delle agevolazioni fiscali alle imprese, con sede principale su questi territori, e che abbiano almeno il 50% dei dipendenti residenti in zona o in un arco di 40 km di distanza”, ha spiegato.

“Un altro obiettivo di questa proposta è quello di far tornare le famiglie a vivere nei piccoli comuni o nelle zone montane, grazie ad altri incentivi fiscali”, ha proseguito La Porta.