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Chip, Samsung costruirà un grande cluster produttivo in Sudcorea

Nel mondo una grande competizione sui semiconduttori

Roma, 15 mar. (askanews) – I chip sono uno delle grandi partite non solo economiche, ma anche geopolitiche che si stanno giocando nel mondo. Oggi il gigante sudcoreano Samsung Electronics ha scoperto le sue carte, annunciando che costruirà cinque nuove fabbriche di semiconduttori in Corea del Sud, nell’ambito di un grande piano ventennale di Seoul per assicurarsi la sicurezza della catena di approvvigionamento dal valore di 300mila miliardi di won, cioè 214 miliardi di euro.

Secondo quanto scrive oggi Nikkei Asia, un portavoce di Samsung ha confermato il progetto e ha affermato che alcuni dei cinque impianti saranno destinati alla produzione di chip di fonderia in proprio, altri a quelli per clienti esterni, ma i dettagli devono ancor essere decisi.

Il governo ha affermato che i nuovi impianti saranno stabiliti a Yongin, a sud di Seoul, e l’investimento sarà concluso entro il 2042. “Il megacluster sarà la base chiave del nostro ecosistema di semiconduttori”, ha affermato il governo in una nota, aggiungendo che l’obiettivo è “fare un balzo in avanti come paese leader nel mezzo di una feroce concorrenza globale sulle industrie avanzate” è una questione chiave.

Durante la pandemia Covid-19 il sistema globale di approvvigionamento dei seminconduttori è andato in crisi, mettendo in luce l’importanza dei chip per il mantenimento dei livelli di produzione. I colli di bottiglia della catena di approvvigionamento hanno messo in difficoltà diversi settori industriali, a partire da quello automobilistico e dell’elettronica di consumo.

Inoltre, c’è preoccupazione anche per il tentativo di ricorsa da parte della Cina nella produzione di chip, che al momento è ancora in ritardo sulla produzione dei seminconduttori più avanzati ma sta cercando di recuperare terreno.

Per giunta, sono in corso sforzi di reshoring da parte di paesi come il Giappone o gli Stati uniti, che con il suo CHIPS Act ha di fatto creato un contesto di protezionismo in questo settore, che pone nuove esigenze e sfide per i grandi produttori globali di semiconduttori: Taiwan e Corea del Sud in primis. Il CHIPS Act, inoltre, mette in campo 52,7 miliardi di dollari per la ricerca, lo sviluppo, la produzione e lo sviluppo della forza lavoro sui semiconduttori americani.

La stessa Samsung ha investito in modo aggressivo negli Stati uniti, annunciando alla fine del 2021 un piano da 17 miliardi di dollari per costruire linee di produzione di chip di fonderia in Texas, rispondendo alla spinta dell’amministrazione Biden. La società ha puntato alla seconda metà del 2024 affinché la struttura sia operativa. Samsung gestisce già una fabbrica di chip di fonderia nello stato.

Il Giappone, dal canto suo, ha indicato i semiconduttori come una priorità in base a una legge sulla sicurezza economica emanata nel 2022. Quest’anno investirà poco più di 2 miliardi di euro per favorire investimenti nel settore nell’Arcipelago.

Samsung è il più grande produttore al mondo di chip di memoria e uno dei principali produttori di semiconduttori di fonderia realizzati su ordinazione per le aziende, secondo solo al gigante Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. (TSMC).

“La soluzione per superare le crisi è concentrarsi sulle cose essenziali”, ha detto l’amministratore delegato e presidente di Samsung Electronics Han Jong-hee durante l’odierna assemblea generale degli azionisti della società. “Con la tecnologia, aiuteremo i nostri clienti a vivere una vita quotidiana migliore creando nuovo valore e opportunità”.

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