Deghi: forti cali produttivi, fatturato alla produzione stabile a 14 mln
Milano, 9 mar. (askanews) – Per il Casera e il Bitto, i due formaggi Dop simbolo della Valtellina, il 2022 si è chiuso con un valore al consumo di 26,8 milioni di euro, pari a un +5,5% sull’anno precedente. A fare da traino è il Valtellina Casera che con 21,5 milioni (+9%), rappresenta l’80,4% del valore delle due Dop, mentre il Bitto si attesta a 5,2 milioni.
“La crescita in valore del 2022 – commenta il presidente del Consorzio di Tutela Valtellina Casera e Bitto, Marco Deghi – è conseguita in un anno difficile per tutto il comparto lattiero-caseario in Italia, caratterizzato da una siccità mai vista, che ha comportato una fortissima carenza di foraggi, nell’ordine del 35%, e di latte, con picchi del -25% nella sola provincia di Sondrio. Criticità che hanno portato a una produzione complessiva di 16.747 quintali (14.891 per il Valtellina Casera e 1.856 per il Bitto), con cali produttivi nell’ordine del 5,9% per il Valtellina Casera e addirittura del 14% sul Bitto. Nonostante le avversità, il mercato ha tenuto, grazie alla crescente notorietà del prodotto e per aver potuto attingere alle scorte del precedente anno del Valtellina Casera, anche a fronte di una rimodulazione del peso medio per forma del Bitto Dop, passato da 12,5 a 11,5 kg. Azioni, queste che hanno portato a un incremento del prezzo medio per forma nell’ordine del 8% per il Bitto e del 16% per il Valtellina Casera e che hanno permesso di mantenere il fatturato alla produzione a 14 milioni di euro”. Questo risultato è figlio “dell’aumento della remuneratività del prodotto nel biennio 2021-2022” ha sottolineato.
Secondo la nuova indagine di SG Marketing “Conoscenza e percepito dei formaggi Bitto e Valtellina Casera DOP nel consumatore nazionale”, è infatti cresciuta anche la notorietà dei due formaggi presso il pubblico nazionale rispetto al 2021: +5 punti percentuali per il Bitto e +2 punti percentuali per il Valtellina Casera. Oggi Bitto e Valtellina Casera sono conosciuti dal 27% degli italiani, con una penetrazione al consumo rispettivamente del 16% e del 17% (+3 e +2 punti percentuali sul 2021). Una conoscenza che aumenta tanto più ci si avvicina al Nord, con picchi del 57% in Lombardia e del 47,5% al Nord Ovest e con una penetrazione al consumo del 42% e del 34%. L’analisi identifica inoltre per entrambi i formaggi una propensione media di consumo incrementale (ovvero il saldo tra chi dichiara di voler ridurre il consumo e chi ammette di volerlo aumentare) pari al 10% per il Bitto e al 14% per il Valtellina Casera).
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