Abi: a febbraio su mutui 3,79%, top da novembre 2012, su imprese 3,90%
Roma, 14 mar. (askanews) – Continuano a salire i tassi di interesse bancari sui prestiti a imprese e famiglie in Italia, in scia ai rialzi dei livelli ufficiali operati dalla Bce. A febbraio il tasso medio sulle nuove operazioni per l’acquisto di abitazioni (i mutui) è salito al 3,79%, dal 3,59% del mese precedente che era stato il livello più elevato dal novembre del 2012. Lo riporta l’Abi nel suo rapporto mensile, ricordando che questa voce aveva segnato un picco del 5,72% a fine 2007.
Il tasso medio sul totale dei prestiti è stato pari al 3,66%, massimo dall’ottobre del 2014, dal 3,53% di gennaio, mentre il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è salito al 3,90% a febbraio, in questo caso è il massimo dal gennaio 2012, dopo il 3,72% il mese precedente.
Sempre secondo l’Abi, a febbraio 2023 la crescita dei prestiti a imprese e famiglie è proseguita ma con un nuovo rallentamento: complessivamente sono aumentati dello 0,8% rispetto a un anno prima, dal più 1,5% di gennaio. L’associazione elabora questi indicatori in base ai dati pubblicati dalla Banca d’Italia, relativi ai finanziamenti a imprese e famiglie (calcolati includendo i prestiti cartolarizzati e al netto delle variazioni delle consistenze non connesse con transazioni, ad esempio, variazioni dovute a fluttuazioni del cambio, ad aggiustamenti di valore o a riclassificazioni).
Sull’andamento della dinamica dei prestiti i dati disaggregati più recenti risalgono a gennaio: i prestiti alle imprese sono rimasti sostanzialmente stabili su base annua (+0,1%), quelli alle famiglie sono cresciuti del 3%.
Intanto la Bce potrebbe procedere a nuovi consistenti rialzi dei valori di riferimento. Giovedì tornerà a riunirsi il Consiglio direttivo all’istituzione monetaria, che a più volte manifestato esplicitamente l’intenzione di effettuare un nuovo aumento da 50 punti base in questa occasione. Mentre successivamente continuerebbe ad alzare i tassi decidendo “volta per volta sulla base dell’evolversi dei dati”, secondo i propositi della stessa Bce.
La tempesta che si è scatenata sul sistema bancario statunitense dopo il fallimento della Silicon Valley Bank potrebbe forse frenare la Federal Reserve nella sua manovra rialzista, ma difficilmente si possono ipotizzare al momento ricadute analoghe sulla Bce (salvo che l’alta tensione non prosegua o peggiori).
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