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Assange, il governo britannico conferma il sì all’estradizione

ROMA – L’estradizione negli Stati Uniti di Julian Assange, attivista e giornalista australiano fondatore della piattaforma Wikileaks, in carcere nel Regno Unito dal 2019, è stata approvata dalla ministra degli Interni della Gran Bretagna Priti Patel.

L’esponente del governo guidato dal primo ministro Boris Johnson ha così confermato una decisione presa ad aprile da una Corte londinese. L’approvazione di Patel è l’ultimo passaggio rimasto prima che Assange, che si trova in carcere nella prigione di massima sicurezza di Belmarsh, venga effettivamente estradato verso gli Stati Uniti.

In America Assange è atteso da un processo per 18 diversi capi di accusa connessi a reati di spionaggio che potrebbe sfociare in una condanna fino a 175 anni di carcere.

Il giornalista è accusato di aver rivelato centinaia di migliaia di documenti riservati, anche militari, relativi ai conflitti armati in Afghanistan e negli Stati Uniti. Il materiale, condiviso da Assange tramite Wikileaks e tre grandi testate internazionali, ha mostrato violazioni commesse dalle forze armate americane e britanniche.
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