ROMA – Welfare inclusivo, politiche attive, diritto alla formazione continua. Ecco gli elementi cardine per guidare il cambiamento del mondo del lavoro secondo l’Osservatorio Cifa-Confsal, nato lo scorso anno e presentato oggi al Cnel con un convegno a cui hanno partecipato il presidente Tiziano Treu, il segretario generale di Confsal, Angelo Raffaele Margiotta, il presidente di Cifa-FonarCom, Andrea Cafà, e il direttore scientifico dell’Osservatorio, Cesare Damiano. L’Osservatorio porta avanti un dibattito che riguarda principalmente le strategie da adottare sui temi del lavoro e dell’impresa in una logica di bilateralità tra datori e dipendenti, di promozione e di governo dell’innovazione e della contrattazione di qualità. In questo quadro l’Osservatorio ha redatto un accordo interconfederale sul lavoro agile, di cui ha illustrato le caratteristiche durante il convegno. “L’accordo- ha commentato Treu- da nuovi diritti ai lavoratori integrando anche le norme di legge, come è giusto. E c’è una grande sottolineatura dell’importanza della formazione continua e digitale”.
Come spiega Salvatore Vigorini, membro dell’Osservatorio, “vengono rafforzate le tutele a partire dal diritto alla disconnessione. C’è un tema legato alla dotazione strumentale, cioè l’accordo introduce l’obbligo per l’azienda di fornire al lavoratore la dotazione strumentale o in alternativa di riconoscergli un contributo per acquistarla. Ma la vera grande novità è l’obbligo propedeutico di far svolgere al lavoratore 25 ore almeno di formazione prima di avviarlo all’attività in modalità agile”. Le novità più rilevanti riguardano anche l’orario lavorativo, con le 8 ore spalmate nella giornata, fra le 7 e le 20. “Questo- spiega Vigorini- permette di conciliare le esigenze lavorative con quelle personali, un tema con cui si guarda con particolare attenzione”. Vengono inoltre introdotte misurazione della performance e premi risultato: “La retribuzione commisurata alle ore di lavoro non è più il solo principio- dice Vigorini- si deve aggiungere anche, nella logica di un lavoratore che lavora per obiettivi, la misurazione delle sue performance e a questo legare anche degli elementi variabili della retribuzione”.
Secondo Alessandro Donadio, serve abbandonare la logica della gerarchia e delle mansioni rigide per aprire la strada a un’epoca dove le organizzazioni sono sempre più orizzontali. “Il lavoro- dichiara- deve essere sempre più agile è sempre più pronto al cambiamento con elevate competenze tecniche ma anche trasversali. È un cambio culturale importante rispetto al quale il lavoratore deve essere preparato e sostenuto ma che ci dà sicuramente una prospettiva completamente differente rispetto alla tradizionale impostazione del lavoratore subordinato”.
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