Il suo nome ricorda un noto detersivo, e in un certo senso la funzione è la stessa: tenere pulito, in questo caso il nostro organismo. È la dieta “DASH”, che promette miracoli contro infarti ed ictus, poiché è in grado di ridurre le probabilità che questi fenomeni si verifichino del 24 e del 18% rispettivamente, e di abbassare sensibilmente i livelli di colesterolo nel sangue. Ancora una volta, vale il famoso detto “Siamo quel che mangiamo”, dal momento che la cura della nostra salute inizia proprio dalla tavola. L’associazione dei cardiologi americani dice: «Se vuoi proteggere il tuo cuore, fai una colazione da re, un pranzo da principe e una cena da povero», ed è questo uno dei principi su cui si regge questa dieta (intesa come regime alimentare regolare, non, ad esempio, per dimagrire. Quali sono le sue linee guida? Limitare il sale; consumare preferibilmente pane, pasta e riso integrali; preferire legumi (la cosiddetta “carne dei poveri”) e soia alla carne come fonte di proteine. Altri alimenti consigliati sono il vino, il pesce azzurro e l’olio extravergine di oliva. Poi qualche curiosità: il lupino svolge un’azione importante nel contrastare colesterolo, ipertensione e diabete; le noci abbassano il colesterolo cattivo; il cioccolato extra fondente (poco) fa bene al cuore grazie ai flavonoidi e agli altri antiossidanti che contiene. Questa dieta, inoltre, non prevede particolari rinunce, quanto, piuttosto, una generale moderazione, sia sulle porzioni che su quegli alimenti più calorici, come ad esempio i condimenti (anche perché spesso le diete escludono certi alimenti, togliendo determinati nutrienti al corpo, o sono troppo restrittive, aumentando le possibilità di cedere e abboffarsi); possiamo mangiare anche cinque volte al giorno (colazione, spuntino, pranzo, merenda e cena), ma l’importante è sempre non esagerare. Insomma, si può mangiare tutto, ma poco di ogni cosa. Non si può non notare che questa dieta, alla fin fine, altro non è che quella mediterranea: ancora una volta arriva una conferma positiva per questo preziosissimo patrimonio culturale per l’umanità.
Giuseppe Grasso