Lo sport italiano piange la morte di Cesare Rubini. Il “Principe”è deceduto questa notte a Milano. Ex campione di pallanuoto e basket, Rubini era nato il 2 novembre del 1923 a Trieste e, per i suoi successi sportivi, è stato inserito sia nella Basketball Hall of Fame di Springfield, sia nella International Swimming Hall of Fame.
Vinse alle Olimpiadi del ’48 a Londra il titolo con la squadra di pallanuoto, poi si dedicò al basket, grazie al suo fisico imponente. Fu protagonista nella mitica Simmenthal Milano, sia da allenatore che da tecnico. Da tempo era malato di Alzheimer, è morto in seguiro alle complicazioni di una broncopolmonite.
Cesare Rubini nel 1941 gioca con l’Olimpia Milano nel campionato di basket nel 1945 diventa capitano della Nazionale universitaria di pallacanestro. Argento nel 1946 agli Europei di basket si alterna con la piscina dove nel 1947 vince l’europeo di pallanuoto e lo stesso anno diventa allenatore – giocatore dell’Olimpia Milano. Il 1948 è l’anno delle scelte e Rubini va a Londra con la nazionale di pallanuoto dove vince l’oro e quattro anni dopo ad Helsinki il bronzo. Negli stessi anni però torna sui campi di basket dove conquista cinque scudetti (1950-1954). Poi la sua carriera si concentra sulla panchina dell’Olimpia Milano. A partire dal 1957, conquista 10 titoli nazionali sempre con l’Olimpia, nel 1957-60, nel 1962-63, nel 1965-67 e nel 1972. In questi anni realizza anche uno straordinario primato con un record di 322 vittorie e 28 sconfitte. In totale, a Milano Rubini ha vinto 501 incontri. Da allenatore, con la conquista della Coppa Campioni nel 1966 e le due Coppe delle Coppe nel 1971 e nel 1972, raggiunge i primi successi internazionali della pallacanestro italiana. Come responsabile della nazionale di pallacanestro, partecipa all’argento ai Giochi Olimpici di Mosca 1980, all’oro agli europei di Nantes del 1983, all’argento agli europei di Roma del 1991, ed anche al bronzo degli europei di Stoccarda del 1985.